Marika Giantin

Les Poupées

"Il mio motto è sempre stato: male non fare, paura non avere"

Marika, che cos’è “Les Poupées” e come è nata questa idea? 
“Les Poupées” è la traduzione in francese (perché la lingerie vuole il francese) della parola “Le Bambole”, questo è il nome che ho voluto dare al mio negozio perché ogni donna è una bambola, sia che abbia la seconda o la settima di reggiseno, l’importante che si vesta sentendosi a proprio agio davanti allo specchio. “Les Poupées” è in parte la continuazione di un concetto famigliare, in parte un mio personale progetto che sono riuscita a realizzare. La prima metà della mia vita, infatti, l’ho passata divisa tra lo studio alla Facoltà di Lettere e l’aiuto nella bottega di mia mamma, che prima era stata di mio nonno e che si occupava di intimo, merceria e arredo casa. Studiavo nel retro bottega e aiutavo la mia famiglia nella gestione nel negozio, soprattutto per quanto riguardava il rapporto con la clientela. Questa cosa mi è sempre servita tanto, anche nello sviluppo dei miei studi: ho sempre saputo stare in mezzo alle persone, parlare con loro senza imbarazzo e con rispetto e questo grazie al mio lavoro. Finita la laurea un rappresentante di un noto brand di intimo e abbigliamento mi ha chiesto di aiutarlo nella gestione di un suo negozio. Sono, così, entrata in questa realtà in punta di piedi e dopo aver visto le potenzialità ho deciso di aprire un negozio tutto mio. Dopo soli due mesi e mezzo il negozio era aperto e io mi ero accollata, anche grazie all’aiuto dei miei genitori, oneri ed onori di questo nuovo progetto.  

 

Qual è la particolarità di “Les Poupées” e la sua grande potenzialità? 
È un negozio di intimo non considerato da un punto di vista standard. Io vesto le donne, nelle loro forme più femminili, cercando la migliore soluzione per ognuna di loro, perché, grazie al cielo, siamo tutte diverse. L’intimo sembra una cosa superflua, ma in realtà è una delle cose più importanti per sentirsi bene con se stesse. Si può indossare un capo da 10€ come da 100€, la nostra femminilità non dipende da quello. Ma può dipendere dal nostro intimo, che va sapientemente scelto a seconda del nostro corpo. Questo mi porta ad essere sempre curiosa di cosa avviene nel settore. Seguo le tendenze di Parigi e di Firenze e se non posso andarci di persona faccio tutto il possibile per restare sul pezzo, scegliendo accuratamente marchi e prodotti possibilmente Made in Italy. Inoltre, mi occupo anche di tutto quello che riguarda “l’abito casa”, la cosiddetta pigiameria, che oggi è diventata vero e proprio abbigliamento.  

 

In che modo l’essere donna ha condizionato o meno il lavoro? 
La cosa più divertente è che io mi sono sempre considerata e comportata un po’ come un maschiaccio. Ho la patente della moto, da piccola mi arrampicavo sugli alberi e giocavo a calcio con i ragazzi. La lingerie l’ho sempre vista come una compensazione di questo mio lato. L’importante per me è sempre stato sentirmi libera di vestirmi come volevo io, sapendo di poter dimostrare grazie al mio intimo la mia celata femminilità. E proprio per questo, come capita ad ogni donna, il mio cassetto dell’intimo è molto vario: dai reggiseni sportivi, alla mutanda liscia e tradizionale, al completo con il pizzo da indossare quando va a me. L’essere donna mi ha fatto utilizzare la mia femminilità anche nel lavoro, nel capire le altre donne per consigliarle al meglio perchè si possano sentire se stesse tutti i giorni.  

 

Sappiamo che da poco sei diventata mamma, come fai a conciliare vita professionale e vita privata? 
E’ una delle cose più impegnative del mondo. Se già avevo le ore contate prima, lavorando dal lunedì al sabato e spesso anche la domenica, ora sono iper organizzate! Per fortuna, ho un’ottima collaborazione: mia madre e mia suocera mi danno una mano quotidianamente e quando serve mi appoggio ad una babysitter. Il papà, poi, fa la sua importante parte soprattutto durante la notte, così riesco a conciliare tutto. La mia mentalità, l’educazione sportiva che sento importantissima per me e la mia assoluta determinazione mi hanno aiutato nel resto. Ossia nell’abbassare la testa e nel rincorrere i miei obiettivi lavorativi anche dopo essere diventata mamma.

“Les Poupées" sono io, lo ero da ragazza, lo sono ora da donna e mamma.

Si parla molto spesso di self made man, ma non sarebbe forse il caso di iniziare anche a parlare di self made woman? Che difficoltà trova una donna imprenditrice piuttosto che un uomo? 
Per me la cosa più preziosa è il tempo. Un uomo secondo me ha molto più tempo libero, spesso per consuetudini sociali fondamentalmente. E spesso è anche avvantaggiato nel lavoro, perché purtroppo c’è ancora tanto maschilismo. La differenza, però, la fa sempre e comunque il carattere delle persone. Se un uomo non ha carattere non viene considerato, malgrado il mondo maschilista nel quale alle volte ci troviamo. Se una donna ha carattere e crede in sé arriva dove vuole. Il mio motto è sempre stato “male non fare, paura non avere”.  

 

Come ha cambiato te stessa e la tua vita l’essere imprenditrice? 
In primis mi ha permesso di realizzarmi. Io non sopportavo l’idea di dover bighellonare dopo la laurea, cercando un lavoro che forse non sarebbe mai arrivato. Mi sembrava di perdere tempo. Dall’altra parte, mi ha portato anche a fare scelte e sacrifici. Come quello più odiato di lavorare il sabato, quando gli altri sono a casa.  

 

Che consigli daresti ad una donna che vuole lavorare in questo settore? 
Non pensare che le cose ti vengono regalate. Calcolare tutto a tavolino nel modo più completo possibile. Bisogna essere sempre pronte e inattaccabili nel proprio settore. Convinzione, voglia di fare e testa bassa. Lavorare in un negozio non è facile, bisognerebbe provarlo seriamente prima di lanciarsi in un’avventura simile.  

 

Quali sono le tue idee e i tuoi progetti per il futuro? 
Finisco di pagare il mutuo e da lì vedrò che nuovi sviluppi dare alla mia attività. In primis, però, voglio crescere mia figlia Bianca, voglio darle dei valori e un’educazione scolastica che la possano rendere una donna vincente, come il rispetto verso gli altri, verso il lavoro degli altri e come l’inglese madre lingua. Il mio progetto per ora è lei. Tempo per fare altro? Correre, perché lo sport è vita tanto quanto il lavoro.  

 

E in merito ai “nuovi sviluppi”, come pensi di farli conoscere attraverso il mondo della comunicazione? 
Io ci credo tantissimo nella comunicazione, perché è l’unico modo per farsi conoscere. La cosa più importante secondo me è capire quali canali utilizzare e in che modo. È necessaria una sempre più grande attenzione nello scegliere quello che fa veramente al caso tuo. Nulla può essere lasciato al caso.

In pillole

Nome: Marika Giantin

Attività: Les Poupées

 

 

Dopo anni di esperienza nel negozio a conduzione famigliare, che le hanno permesso di portare avanti gli studi umanistici e di apprendere tutti i segreti del mestiere, Marika Giantin ha dato vita al proprio personale negozio. “Les Poupées” si occupa di lingerie di alta gamma e abbigliamento casalingo.

 

 

Sito web

 

 

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